Un lungo articolo-intervista dove raccontiamo di noi e pubblicato su “la Provincia Pavese” domenica 4 ottobre 2021.
“il nostro è un menù che non maltratta animali, che non danneggia l’ambiente e che non sottrae cibo a chi mure di fame. Oggi è diventato urgente contribuire, ognuno a modo suo a un battaglia culturale diventata di dimensioni epocali: restituire la sua importanza a tutto ciò che vive”.
L’articolo in versione integrale lo potete leggere qui: Una cucina vegana in Oltrepò pavese
Grazie a Giacomo Aricà Marco ciccoella e la provinciapavese
A long article-interview where we tell about us and published in “la Provincia Pavese” on Sunday 4 October 2021.
“Ours is a menu that does not mistreat animals, that does not harm the environment and that does not steal food from starving people. Today it has become urgent to contribute, each in his own way, to a cultural battle that has become epochal: to restore its importance to everything that lives ”.
You can read the full version of the article here: Una cucina vegana in Oltrepò pavese
Thanks to_ Giacomo Aricà Marco Ciccoella e la provinciapavese
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Una cucina vegana in Oltrepo Pavese: la scommessa vinta a San Ponzo Semola
Da otto anni Maria Tarditi e Davide Ranzini hanno avviato il progetto nella frazione più “slow” delle nostre colline
25 Ottobre 2021
Nel piccolo borgo di San Ponzo Semola, nel comune di Ponte Nizza, c’è una locanda vegana dove si può riassaporare la vita attraverso il piacere del cibo e la passione per la natura. Il suo nome, “La Cena di Pitagora”, è l’omonimo titolo del libro scritto nel 2008 da Erica Joy Mannucci, un volume che ricostruisce la Storia del vegetarianismo dall’antica Grecia fino ad arrivare all’epoca di Internet e alla sua declinazione più “attuale” e coerente che è il veganismo.
«Una sera ci siamo trovati per incanto questo libro tra le mani e abbiamo capito che questo nome potesse corrispondeva pienamente al progetto che avevamo in mente», spiegano Maria Tarditi e Davide Renzini, i due proprietari della locanda. Quella di diventare vegani è stata una scelta etica che ha determinato un cambio radicale delle loro vite. Ex assistente in uno studio d’artista lei, ex tassista lui, entrambi hanno lasciato Milano per sposare la pace e la bellezza dell’Oltrepo: «Eravamo abituati a correre, ma venendo qui abbiamo realizzato il nostro sogno: fuggire dai ritmi frenetici per vivere e lavorare con lentezza e consapevolezza».
Ed è proprio questo – in piena filosofia Slow Food – che promuove “La Cena di Pitagora”, nata nel 2013 come Associazione e diventata poi nel 2019 ristorante: uno stile di vita che appaghi sia noi, sia la Terra, nel profondo rispetto per l’ambiente e per i diritti degli animali. Una visione e uno spirito che appartengono da sempre a questo borgo: San Ponzo era infatti un vegetariano ante literam che, come narra la tradizione, si nutriva di erbe e di un uovo deposto da una gallina. Un’anima antica che si respira anche nella locanda, situata in una tipica cascina dei primi del Novecento che dispone anche di due camere (una doppia e una tripla) per coloro che vogliono trascorrere qualche giorno tra le colline della Valle Staffora, «una valle ancora, incontaminata, selvaggia e poco abitata – osservano Maria e Davide – per ora frequentata, da una piccola avanguardia del turismo slow che, per quanto riguarda la nostra struttura, proviene, oltre che dai paesi limitrofi, dalle città lombarde, piemontesi e liguri, e durante i mesi estivi, dal centro e nord Europa. Lentamente ci si sta accorgendo delle potenzialità del territorio».
Ma è sicuramente la tavola la prima attrattiva de “La Cena di Pitagora”. Ora che il freddo inizia a farsi sentire, scaldati dalla stufa a legna della sala, la locanda ogni fine settimana (venerdì e sabato a cena, domenica a pranzo) propone su prenotazione il “Menù Gentile”, una degustazione di quattro portate, rivolta a chi ha il desiderio di mangiare cibi genuini provenienti prevalentemente da agricoltura biologica, prodotti stagionali e locali, senza rinunciare al gusto: «Ci piace far scoprire la nostra cucina e stupire, in un certo modo, i commensali per chi non conosce ancora la cucina vegana o ha solo e pregiudizi per non averla mai provata». Quella di Maria e Davide è una cucina “in progress”, tutta da scoprire, che sperimenta molto e allo stesso tempo dialoga anche con i piatti della tradizione: «Il nostro è un menù che non maltratta animali, che non danneggia l’ambiente, che non sottrae cibo a chi muore di fame. Oggi è diventato urgente contribuire, ognuno a modo suo, a una battaglia culturale diventata di dimensioni epocali: restituire la sua importanza a tutto ciò che vive».
Giacomo Aricò
24.10.2021