La nostra mostarda di pere e pepe rosa è un omaggio a questo frutto (in via d’estinzione?)
Parlando con gli agricoltori della nostra valle si sente dire che negli ultimi anni i raccolti di pere sono drasticamente diminuiti: gelate primaverili, siccità, (leggi: cambiamento climatico).
Anche i dati parlano chiaro.
In Italia, l’anno appena trascorso, ha visto la produzione per il mercato delle pere, registrare un crollo del 75% rispetto ai volumi prodotti nel 2018, mentre il calo delle superfici in 12 anni è stato del 35% !
Dodici anni fa se ne producevano 926mila tonnellate, ma nel solo 2023 invece si è fermata a 180mila tonnellate. Nello specifico la crisi è concentrata in particolare nelle regioni del nord (Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia), principale bacino produttivo del pero in Italia. (Fonte: Alleanza Cooperative Agroalimentari con il supporto di Nomisma).
Per finire, il decremento della produzione di pere è solo la punta dell’iceberg dove è buona parte della frutta prodotta in Italia a essere in via di estinzione !
A dirlo è la FAO, “la quale ha stimato che tra il 1900 e il 2000 sia andato perduto il 75% della diversità delle colture. Inoltre, entro il 2055, a causa del cambiamento climatico, scompariranno tra il 16 e il 22% dei parenti selvatici per colture importanti come arachidi, patate e fagioli. A perdere di più la propria varietà troviamo frutti quali albicocco, ciliegio, pesco, mandorlo e susino che hanno registrato una perdita anch’esse di varietà del 75%, con punte massime per albicocco e pero, dal tasso di sopravvivenza varietale di appena il 12%. Nel solo Sud Italia, tra il 1950 e il 1983, è stato riscontrato che delle 103 varietà locali mappate durante il primo sopralluogo, solo 28 erano ancora coltivate poco più di trent’anni dopo. (Fonte: scuola di agricoltura sostenibile )”.
Our pear and pink pepper mustard is a tribute to this fruit (in danger of extinction?)
Talking to farmers in our valley we hear that pear harvests have drastically decreased in recent years: spring frosts, drought, (read: climate change).
The data also speaks clearly…
In Italy, the past year saw production for the pear market record a drop of 75% compared to the volumes produced in 2018, while the drop in surface areas in 12 years was 35%!
Twelve years ago 926 thousand tonnes were produced, but in 2023 alone it stopped at 180 thousand tonnes. Specifically, the crisis is concentrated in particular in the northern regions (Emilia-Romagna, Veneto, Piedmont, Lombardy and Friuli-Venezia Giulia), the main pear production area in Italy. (Source: Alleanza Cooperative Agroalimentari with the support of Nomisma).
Finally, the decrease in pear production is only the tip of the iceberg where a good part of the fruit produced in Italy is in danger of extinction!
This is stated by the FAO, “which estimated that between 1900 and 2000, 75% of crop diversity was lost. Furthermore, by 2055, due to climate change, between 16 and 22% of crops will disappear wild relatives for important crops such as peanuts, potatoes and beans. The ones losing their variety the most are fruits such as apricot, cherry, peach, almond and plum which also recorded a loss of variety of 75%, with the highest peaks for apricot and yet, with a varietal survival rate of just 12%. In Southern Italy alone, between 1950 and 1983, it was found that of the 103 local varieties mapped during the first inspection, only 28 were still cultivated, just over thirty years later. (Source: school of sustainable agriculture )”.